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Antonio Mangiola

E-mail: amangiola1971@gmail.com

UNA GENERAZIONE FORTUNATA E SFORTUNATA

12.01.2013 09:53

Ho 41 anni e faccio parte della generazione nata negli anni '70. Sono cresciuto in una famiglia medio/borghese dove mio padre, agente di commercio, e mia madre, insegnante di storia dell'arte, hanno pensato al sostentamento della famiglia dandoci tutto quello di cui avevamo bisogno. Una generazione abituata al Sabato pomeriggio a casa dei nonni dove ci si incontrava con gli zii e con i cugini per giocare. Il Sabato in cui si va a fare la spesa, quella del carrello pieno. Il Sabato quando, tutti insieme sul divano, si tirava tardi per vedere la prima serata di rai uno. Perchè il Sabato si poteva stare in piedi un pò di più rispetto agli altri giorni della settimana in cui sveglia e l'ora della buona notte erano cadenzati dall'impegno scolastico e, per qualche anno, addirittura dal Carosello. Una generazione abituata alle gite domenicali, ai week end sulla neve, alle lunghe vacanze estive durante le quali, dalla chiusura della scuola alla riapertura della stessa, ci si trasferiva in campeggio o nella casa presa in affitto. Le vacanze dove papà ci raggiungeva nei fine settimana. Le vacanze dove, finalmente, arriva Agosto ed anche papà sta tutti i giorni in vacanza con noi. Una generazione per cui i capricci non erano tollerati. Una generazione a cui bastava uno sguardo cattivo di papà per farci stare buoni. Una generazione per cui ci si alza da tavola solo quando tutti hanno finito di mangiare. La generazione delle poesie di Natale lette in piedi sulla sedia e dei brindisi più o meno in rima di nonno. La generazione che giocava in cortile, che si sbucciava le ginocchia, che giocava a subbuteo, scambiava le figurine dei calciatori e sognava. Una generazione che scriveva le lettere e le spediva per poi ricevere la risposta dopo 15/20 giorni.  La generazione che si partiva in roulotte ad Agosto per visitare l'Italia da Sud a Nord andata e ritorno. Quelli che, per passare il tempo durante il viaggio in autostrada faceva a gara contando le targhe pari e quelle dispari. La generazione delle "partenze intelligenti" per evitare il traffico. Quelli che poi, alla fine, si trovavano lo stesso in fila con tutti gli altri "intelligenti". La generazione che ha trascorso le feste di Natale con le case piene come la metropolitana di Roma nell'ora di punta. I capodanno a ballare con i 33 giri e la gioia contaggiosa dei "più grandi" che avevano vissuto, sfiorato la guerra o il dopo guerra. La generazione per cui si sognava la laurea e quel posto di prestigio che ci sistemasse per tutta la vita. La generazione dell'interrail e dell'inglese imparato per conquistare questa o quella "straniera". La generazione che si partiva in treno, quella che ogni nazione aveva le sue frontiere e la polizia sul treno a controllare i documenti. La generazione dei paninari, dei tozzi e degli yuppies. La generazione che leggeva perchè aveva sete di cultura, di sapere, aveva la necessità di conoscere, scoprire, capire, vedere, emozionarsi, vivere. Una generazione, in gran parte, fortunata. Una generazione a cui non è mancato nulla o, quantomeno, nulla di fondamentale.

Poi? Cos'è successo? Com'è possibile che la stessa generazione così fortunata e dall'infanzia/adolescenza così serena si  ridotta così? Dal dopoguerra ad oggi siamo la prima generazione ad avere meno soldi dei nostri genitori. Siamo la generazione che "basta un click". Quelli di Facebook, Twitter, Ebay e la Wii. Siamo quelli che con il telefonino facciamo tutto, ma proprio tutto. Siamo la generazione che non vede il futuro e non lo può garantire ai propri filgli. Siamo quelli che abbiamo incassato da piccini e dobbiamo pagare e stiamo pagando da grandi un conto salatissimo causato e voluto da altri.

La speranza è quella di essere ricordati come la generazione che, finalmente, decida del proprio futuro facendo un'analisi completa e sincera di quelle che sono state le cause del disastro che viviamo e stabilisca responsabilità (molte) e meriti (pochi, pochissimi, praticamente nulla) di chi ci ha governato e come ci ha governato per non commettere mai più gli errori imperdonabili del passato e poter, anche noi, generazione fortunata/sfortunata di poter regalare emozioni, sogni, speranze ed un futuro migliore ai nostri figli.