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Antonio Mangiola

E-mail: amangiola1971@gmail.com

KERONOISE IL POST-GRUNGE IN ITALIANO

12.03.2013 11:58

I bresciani Keronoise sono composti da Paolo Lazzari (voce) Nicola Boschetti (basso), Massimo Minelli (chitarra), Emanuele Berardi (batteria), e Stefano Bigarella (chitarra). La band, originaria della zona del Garda, propone del post-grounge cantato in italiano è ed attiva nel panorama musicale italiano da dieci anni. I Keronoise creati da Minelli e Bigarella, sono passati da quattro a cinque elementi nel 2010. La loro musica suona e canta di provincia. Un gruppo piacevole da ascoltare che basa il lavoro sulla genuinità della musica che da sempre l'impressione di essere suonata al momento in cui la si ascolta. La ritmica tosta, la voce graffiante ed un basso che stordisce fanno da cornice ad una band che, ne sono sicuro, non potrà che coinvolgervi già al primo ascolto dei loro brani disponibili gratuitamente on line.

Nel 2006 il primo lavoro dei Keronoise (L.P.V.) sei brani che alternano brani dal pathos accattivante ad altri dove gli strumenti gridano, urlano di una rabbia che scaturisce in un sound coinvolgente. Quando in L.P.V. il basso e la batteria sembrano veramente viaggiare all'unisono, il risultato è davvero spettacolare. Ma siamo ancora agli inizi del percorso musicale dei nostri. Si evince facilmente che il percorso è ancora lungo ma, nel complesso, il risultato  più che orecchiabile tanto da far intuire già da questo primo lavoro quello che potrà essere il cammino di questa band italica.

Nel 2008 esce il secondo lavoro (OdioMilano) anche questo composto da 6 brani. La band, con due anni di esperienza in più sulle spalle, pur continuando a cantare in italiano e con testi che parlano della provincia extra metropolitana, disillusioni frutto di mancate spiegazioni ed incomprensioni con il mondo che ci circonda e ci delude, esprime musicalmente una maggiore unità sonora. L'esperienza live aiuta ed il CD viene prodotto con tre ore di lavoro in studio che soddisfa il gruppo e, sinceramente, anche chi scrive (e ascolta). Il processo di crescita prosegue a buoni ritmi ed il meglio deve ancora arrivare.

Ci vogliono quattro anni ancora e la trasformazione della band da quartetto a formazione a cinque per la realizzazione del terzo lavoro (K). Un cd che potrebbe tranquillamente portare la firma del Linkin Park o di una qualsiasi band di fine anni novanta e inizio del nuovo secolo. La sensazione di chi ascolta è che la spontanietà la faccia da padrone per una band che, pur avendo dimostrato una crescita sensibile dal 2006 ad oggi, è rimasta ancorata ad un genere musicale che conosciamo bene, molto bene, e che, probabilmente non aiuta (con la metrica) chi, come i Keronise, hanno deciso di cantare in italiano. Il mio parere è che i fantastici cinque, se davvero vogliono lasciare un segno nella musica rock italiana, debbano prendersi un anno sabbatico per trovare una loro strada che li particolarizzi rispetto ad un sound che ha omologato tante, troppe band negli ultimi quindici anni.