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Antonio Mangiola

E-mail: amangiola1971@gmail.com

IL COMICO ED IL PAPA NERO

28.02.2013 08:44

Francamente non avrei mai pensato di trovarmi nella situazione di dover commentare (volutamente) questo periodo storico, per certi punti di vista esaltante, per altri inquietante e portatore d'ansia. Chi scrive, da sempre, si considera ateo ed apolitico. Queste mie posizioni non nascono da pregiudizi o da punti presi per schieramento ma bensì per un'assoluta mancanza di congruità con le mie mere esigenze e necessità sia materiali che spirituali.

Il mio distacco dalla religione nasce da alcuni episodi negativi che restano indelebili. Ve ne racconto uno eloquente. Nella mia città natale (Reggio Calabria) all'età di 16/17 anni (parliamo degli anni 1987/1988) con mio fratello ed un gruppetto di amici appassionati di basket, vista la totale mancanza di spazi sportivi funzionanti, decidemmo di scavalcare il cortile di una chiesa per "approfittare" dell'unico campo da pallacanestro con tabelloni, ferro e retina esistente in città. Senza fare nessun danno, e con il solo scopo di poter praticare il nostro sport preferito, dopo aver "fatto le squadre", ci siamo messi a giocare approfittando dello spazio dell'oratorio finchè, il prete della chiesa in questione, non ha deciso di venir fori brandendo un manico di scopa e mettendoci velocemente in fuga come dei ladri. Ora, partendo dal presupposto che un oratorio dovrebbe essere sempre aperto alla fruizione dei suoi spazi, è allucinante che, nella Reggio Calabria di metà anni '80, un uomo di chiesa non apprezzi che dei giovani scelgano lo sport piuttosto che il malaffare e non li prenda a se piuttosto che scacciarli come dei topi. E' naturale che dei teenager non possano mai e poi mai comprendere il perchè un prete, da cui ci si aspetta che sia lui a chiamarci, non renda disponibili degli spazi creati da chi? Con quali soldi? A quale scopo? Da quel momento in poi, per questo e per altri episodi accaduti in seguito che magari avrò occasione di raccontarvi, la frattura con la chiesa diventò insanabile. Non capivo e nessuno mi ha mai spiegato.

Il mio distacco dalla politica ha motivazioni simili perchè, alla fine, politica e religione, dovrebbero accoglierci e rappresentarci entrambi, curare i nostri interessi e farci percepire che qualcuno ci protegge e condivide le nostre esigenze e le nostre necessità. Ho una coscienza politica vera e propria dall'età di vent'anni (1991) e, capite bene, che nei 22 anni che sono passati ad oggi, ho avuto la "fortuna" di vedera all'opera la crema degli statisti tricolore ed un costante, continuo, implacabile declino del nostro "bel paese" inteso come nazione e non come formaggio da spalmare. Potete immaginare la frustrazione per gli uomini e donne della mia generazione nel doversi presentare alle urne con una cadenza sistematica di due/tre anni senza sentirsi rappresentati da nessuno dei candidati? Votare con la percezione che nulla cambierà? Vedere, di elezione in elezione, che non ci sono idee, proposte o personaggi capaci di trascinarci in una passione politica? Avete idea di che danni hanno creato alla nostra psiche Craxi, Berlusconi, gli inciuci trasversali di Dalema, i discorsi soporiferi di Prodi, le stragi di mafia, la morte di Falcone e Borsellino, le frasi incomprensibili di Bersani, l'euro e l'euroconvertitore, l'abolizione del finanziamento pubblico ai partiti e la creazione del rimborso elettorale (utilizzato dai politici per fare la spesa al supermercato)? Vi rendete conto della frustrazione che si prova a sentirsi impotenti perchè, mettila come vuoi, tanto alla fine se la aggiustano come conviene di più a loro? Dovrebbero considerarci come i reduci del Vietnam. Darci una cura di stato. Farci seguire da psicologi che ci permettano di considerarci una generazione normale e non solo la prima generazione, dal dopo guerra ad oggi, che ha meno soldi dei propri genitori.

Ed ecco che, in pochi mesi, si accende una luce, anzi due. I protagonisti sono: un comico che impone una rivoluzione storica senza spargere una goccia di sangue ed un Papa tedesco che, dopo 700 anni, decide di essere il primo a dimettersi, ufficialmente per motivi fisici ed ufficiosamente per dare una scossa agli ultimi scandali che hanno coinvolto il Vaticano a Roma ed in giro per il mondo facendo intravedere alle sue spalle l'ombra del tanto atteso e temuto (da chi?) Papa nero. Mi siedo in posizione di sicurezza. Disilluso non mi aspetto nulla. Osservo quello che succede. Non prendo posizioni, per ora. Una lieve fiammella si riaccende nel mio cuore, una speranza, l'ultima probabilmente che spero non venga spenta da un soffio di delusione come troppo spesso  è capitato in questi miei lunghi quarantuno anni di vita.

@MangiolaAntonio