Cerca nel sito


Contatti

Antonio Mangiola

E-mail: amangiola1971@gmail.com

ED ORA CHE I SUD DEL MONDO SIANO I PROTAGONISTI

14.03.2013 09:17

Ad ora di cena, il 13 Marzo 2013, abbiamo conosciuto Papa Francesco I il nuovo pontefice della chiesa cattolica. Comunque la si pensi e qualsiasi sia l'indirizzo spirituale di ognuno di noi, è un'evento storico e che, gioco forza, condizionerà la vita di tutto il mondo, in particolare la vita di chi vive in Italia ed ancora di più la vita di chi, come me, vive a Roma. Il nuovo Papa è argentino di Buenos Aires con origini italiane quasi a voler mediare tra chi voleva un pontefice italiano e chi lo voleva del sud del mondo. La particolarità e la straordinarietà dell'elezione di ieri è ancor più grande se si considera che di Papa addirittura ne abbiamo due: l'ufficiale e l'emerito.

L'emerito, in questi anni di suo pontificato, ha portato avanti il suo lavoro occupandosi (efficacemente?) degli affari interni alle mura vaticane senza incidere in modo efficace nelle "politiche" estere, i rapporti con le altre religioni, i mille conflitti che si consumano nel nostro pianeta, la forbice che si allarga sempre di più tra i paesi poveri e quelli ricchi, le mille contraddizioni che portano il  cattolicesimo a scontrarsi rumorosamente con la vita reale di tutti noi, compresi i praticanti stessi. Un Papa emerito che, ad un certo punto, risucchiato dal vortice delle polemiche e degli scandali, ha presentato le sue altrettanto storiche dimissioni giustificando il gesto con la stanchezza e l'incapacità fisica di portare avanti il suo compito ma lasciando in parecchi il dubbio che a San Pietro ci fosse una sorta di protezionismo interno ed auto referenziale che andava sconfitto e superato e che, lo stesso, non si riteneva in grado di compierlo.

Adesso, per la prima volta nella storia, abbiamo un Papa del sud del mondo. Un Papa latino-americano. Un Papa che, se pur presentato come conservatore dal punto di vista del dogma cattolico, ha dimostrato nella sua "carriera" di essere vicino alla gente, sopratutto la gente che non riesce ad emergere e che non vive sotto i riflettori. Un papa che viaggia in metro, che arriva da un quartiere popolare di Buenos Aires, vicino ai poveri, gesuita e che sceglie (anche in questo caso per la prima volta) il nome di Francesco.

La figura del Papa è una figura politica particolare. Governa un piccolissimo stato ma è importante per le decisioni e l'avvenire di ogni angolo del pianeta. Chi scrive spera che questo pontefice abbia finalmente il coraggio di eliminare la ricchezza e lo sfarzo del Vaticano e che sia capace di distribuire la ricchezza nei sud del mondo, tutti i sud, compresa la mia amata Calabria. Che sappia restituire alla chiesa il suo ruolo. Una chiesa trasparente. Una chiesa che faccia luce sui mille scandali e segreti qualsiasi sia il prezzo da pagare perchè, se qualcuno commette un reato, deve essere punito altrimenti nessuno potrà non considerarsi complice o co-responsabile di quanto accaduto. Una chiesa che dovrebbe principalmente occuparsi degli ultimi, che elimini l'accumulo di ricchezze (vedi lo IOR), che agisca con incisività contro la pedofilia soprattutto negli ambiti dove gli ultimi hanno meno armi per difendersi e farsi sentire. Una chiesa che, finalmente, sia una marcia in più per l'Italia e non una zavorra che ognuno di noi è costretto a trascinare. Una chiesa che, aldilà dell'indirizzo spirituale di ognuno di noi, si meriti il rispetto per la propria opera in tutti gli angoli del mondo, partendo dai sud, quelli dove è più difficile vivere ed operare.